Lo spumante Costa Jels


Le gallerie e le caverne che si snodano per circa 230 km nel cuore della Val del Riso, a Gorno, sono luogo ideale di riposo per uno spumante di altissimo livello: il Costa Jels. L’assenza totale di luce e di vibrazioni, la temperatura di 10 °C e l’umidità del 95%, costanti tutto l’anno, creano il posto perfetto per consentire al vino di riposare in tutta tranquillità per almeno cinque anni.

Il progetto che ha spinto Alessandro Sala di Nove Lune, azienda vinicola di Cenate, fino agli 830 mt delle Miniere di Gorno parte proprio da questo ambiente naturale. Per la sua azienda è fondamentale che l’intero ciclo di produzione dei vini rispetti i criteri di sostenibilità. Una volta viste le gallerie di Costa Jels a Gorno è stato chiaro che fossero un luogo ideale dove affinare lo spumante biologico da vitigni resistenti.

Non si tratta solamente di una tecnica produttiva di grande efficacia; la collaborazione tra Alessandro Sala, l’amministrazione e gli operatori museali di Gorno ha generato un progetto etico e di valorizzazione del territorio, con visite guidate abbinate a pranzi tipici e degustazioni.

Ogni step di questo lavoro è studiato nei minimi dettagli. La produzione parte dalla selezione delle uve Bronner, Johanniter e Souvignier gris, vitigni che resistono naturalmente alle malattie e che non necessitano di trattamenti chimici se non in particolari casi. Il mosto privo di residui chimici viene lavorato a Cenate Sopra, dove fermenta e per circa un anno e mezzo viene affinato in cantina in barrique di rovere francese in acciaio. A questo punto, imbottigliato, il vino viene adagiato nel ventre della montagna in Val del Riso, dove riposa per cinque anni.

La prima edizione del Costa Jels – con una tiratura limitata a 1.200 bottiglie – sarà pronta nel 2025. Nell’attesa è possibile preordinare questa eccellenza, monitorata grazie a costanti report sullo “stato di salute” della bottiglia.

Anche il packaging è studiato con un tocco estremamente originale: con un pezzo di minerale è stata riprodotta una bottiglia che durante la lavorazione si è scheggiata. La scheggia nata da quell’errore sarà il segno distintivo delle bottiglie di Costa Jels. Una scheggia che evoca il dolore della dura vita dei minatori ma apre a nuove possibilità, nuovi racconti e scambi culturali, che sbocceranno ufficialmente nel 2025 per la prima volta, ma che già ora stanno producendo valore.

 

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