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Tante idee per vivere al meglio le tue vacanze

La terra promessa dell’Altopiano

La rinascita a nuova vita dei bambini ebrei di Selvino, quando un Museo nasce dal cuore.
Per non dimenticare

È il 1945 e da poco è finita la guerra, i selvinesi vedono arrivare in paese camionette militari con a bordo bambini diretti nell’edificio di Sciesopoli. La struttura, costruita negli anni ’30 e utilizzata da sempre come Colonia del regime fascista, per un paradosso della storia ora può accogliere centinaia di bambini ebrei orfani scampati ai campi di sterminio. Fu così che questo grande edificio, con immensi spazi adibiti a refettorio, camerate, sala cinematografica e addirittura una piscina riscaldata, divenne casa di accoglienza per più di 800 bambini ebrei che avevano perso la loro identità e gli affetti più cari. Arrivavano da tutta Europa e giunti a Milano vennero portati a Selvino, a Sciesopoli, perché qui potessero essere formati ed educati per diventare uomini e donne e poter ripartire per la loro terra in Palestina, crescendo di fatto come fondatori dello Stato di Israele.

Visita guidata dell’edificio di Sciesopoli

Nel settembre del 1945, la Comunità Ebraica di Milano prese in affitto Sciesopoli per destinarla ai bambini sopravvissuti alla Shoah che arrivavano in Italia dal Centro e dall’Est Europa. Qui i bambini vennero accolti dal direttore Moshe Zeiri, soldato dell’Esercito britannico; con il supporto delle Istituzioni ebraiche ne assunse la direzione, trasformando la colonia in un originale modello educativo. I bambini arrivavano stremati e sperduti. Avevano visto cose che non avrebbero dovuto mai vedere. Erano già degli adulti per le esperienze vissute, ma avevano in sé cuori di fanciulli. Moshe Zeiri li educò, li spronò a riprendersi la loro vita, a vivere le esperienze che la guerra aveva loro negato: quelle che bimbi e adolescenti dovrebbero naturalmente fare. Compresero di poter tornare a vivere partendo da zero, mangiare un pasto caldo, apprendere di nuovo i dettami della religione ebraica, imparare a leggere e scrivere nella lingua d’origine. Vennero avviati ad attività ricreative come musica e canto, impararono piccoli lavori artigianali, poterono giocare e divertirsi e, soprattutto, percepirono di essere amati e rispettati. Il loro fu un percorso lungo e difficile e soprattutto doloroso, perché i ricordi del passato erano sempre lí, un’ombra difficile da lasciar andare, ma ce la fecero e questi bambini diventarono uomini e donne. Dopo due o tre anni di permanenza nella “casa” di Sciesopoli, tutti loro ripartirono, affrontando un ultimo viaggio prima di arrivare in Palestina, dove fondarono il Kibbutz di Tzeelim, il loro primo villaggio in Israele, oggi gemellato con Selvino. Ogni bambino e bambina di Sciesopoli porta con sé una storia personale e parte di questa storia, comune a tutti loro, è la permanenza a Selvino, “La Casa” della loro rinascita. In questi ultimi anni, alcuni di loro sono ritornati, nel 1985 e poi nel 2016, con le loro famiglie, hanno incontrato la comunità selvinese che li ha accolti con affetto, così come allora, quando giocavano nel campo di calcio di Sciesopoli e condividevano la merenda dopo il gioco con i bambini del luogo. Non parlavano la stessa lingua ma si capivano con i gesti e gli sguardi

Installazione Relitti, 2016

Ritornano ora da adulti, da madri e padri ora nonni, anche durante l’anno con le loro numerose belle famiglie e trapela l’emozione vera nel rivedere i luoghi di una pagina bella della loro infanzia. Si scambiano abbracci di riconoscenza e lacrime di gioia, perché da qui è potuta iniziare la loro vita e la loro discendenza, da bambini felici. A Selvino, in una sala municipale, c’è un piccolo museo immateriale, il Mu.Me.SE (Museo Memoriale di Sciesopoli Ebraica Casa dei Bambini di Selvino) voluto dall’Amministrazione Comunale e realizzato con l’aiuto prezioso di un gruppo di lavoro di volontari e sponsor. Esso è un punto essenziale e concreto per poter apprendere, attraverso un filmato e dei pannelli descrittivi, quanto avvenuto a Sciesopoli. L’intento è far conoscere questa bella storia di rinascita, facendo passare il concetto di accoglienza e di pace verso ogni essere umano indipendentemente dalla sua religione o etnia.

Bambini seduti sulla scalinata di Sciesopoli

Il desiderio è che il Museo possa essere dislocato in futuro proprio là, dentro Sciesopoli. Ora non è fattibile, essendo l’edificio di proprietà privata. Solo da qualche anno è possibile accedere in alcuni spazi nelle prime domeniche del mese, o durante la settimana per gruppi di scolaresche, con un accompagnatore volontario previa prenotazione all’Info Point di Selvino.

Sciesopoli-vista-dal-drone
Sciesopoli vista dal drone

L’Amministrazione comunale ha patrocinato il libro Nel cuore di Sciesopoli, scritto da Aurora Cantini, un’autrice del territorio. È un libro che racconta tutta la storia dell’edificio, dalla sua costruzione alla sua chiusura. Dall’estate 2022, all’interno del Museo è possibile visitare una mostra fotografica permanente, dal titolo La memoria di Sciesopoli Ebraica, il ritorno alla vita, (curata da Virginia Magoni ed Enrico Grisanti, ndr). Vi si trovano immagini storiche e recenti, corredate dalle storie di vita di alcuni dei “Bambini di Selvino”.

Ritorno a Selvino dei bambini di Sciesopoli, 2016

 

Articolo di Virginia Magoni per VALSeriana & Scalve Magazine – inverno 2022/2023