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Tante idee per vivere al meglio le tue vacanze

3 cose da non perdere a Valbondione

Valbondione, il comune più a nord della bergamasca, regala emozioni a 360° con alcune chicche davvero da non perdere.

 

Il triplice salto che stupisce

Lungo il percorso che sale al Rifugio Curò è possibile ammirare le Cascate del Serio, che si tuffano per un pendio di 315 metri: il salto più grande in Italia e secondo per altezza in Europa. Formate dall’omonimo fiume pochi chilometri dopo la sua nascita, per ammirarle in tutta la loro magnificenza, da sempre il punto migliore è la zona dei grandi macigni di Maslana, nei pressi dell’osservatorio Floro-Faunistico. Con la costruzione della diga del Barbellino, nel 1931, il loro scorrere naturale è stato arginato per alimentare la diga. Ma cinque volte all’anno il loro ruggito trascinante e dirompente torna ai tempi antichi. Si tratta di quattro domeniche in tarda mattinata a cui si aggiunge un’apertura straordinaria in notturna. Il primo appuntamento di quest’anno è fissato per il 16 giugno tra le 11 e le 11.30 mentre la seconda apertura prevista è quella notturna di sabato 13 luglio, tra le 22 e le 22.30. Gli ultimi tre appuntamenti per assistere allo spettacolare salto sono il 18 agosto, il 15 settembre e il 13 ottobre, sempre tra le 11 e le 11.30.

L’Excalibur delle Orobie

Per chi raggiunge il Rifugio Curò le attrazioni paesaggistiche non mancano, dalle Cascate del Serio all’invaso del Barbellino, per non parlare delle vette che fanno da corona a questo piccolo paradiso. Ad aggiungere un pizzico di mistero, a pochi passi dal Rifugio in riva al lago artificiale, c’è quella che potremmo definire “l’Excalibur delle Orobie”. Una spada nella roccia dalla foggia antica, che ispira a molti il tentativo (inutile) di estrarla, moltiplicando sorrisi e selfies a beneficio dei social.

Foto di LeMontagne.net

Seppur si presenti come un’antica arma bianca, la spada conficcata in un masso che si affaccia sul Barbellino è relativamente giovane. La sua collocazione risale infatti al 2016, grazie all’idea di Matteo Rodari, giovane guardiacaccia di Valbondione, impegnato nella locale riserva faunistica e come volontario del Soccorso Alpino. «L’idea – ha spiegato in un’intervista – nacque sull’onda dell’iniziativa “Sentieri Creativi” promossa dal CAI Bergamo e dedicata a giovani artisti. Pensai di creare un rimando visibile alla leggenda delle Cascate del Serio, in cui si racconta di una nobildonna innamorata di un pastore locale, già fidanzato con una bella fanciulla del paese. La nobildonna imprigionò la fidanzata nel suo castello e le lacrime di questa furono tali e tante da travolgere il Castello e creare il triplice salto delle Cascate».

Il tempo e la tradizione orale hanno aggiunto anche la strega Malgina (nome del lago posto ai piedi del Pizzo del Diavolo) e Matteo ci ha messo anche la spada. «Ho coinvolto nell’idea mio padre Modesto, ex guardiano Enel al Curò, con cui abbiamo forgiato la spada». Sull’elsa sono impresse le iniziali R.M. (univoche per padre e figlio) ed è incisa la data del 1415, non certo casuale. «Vuole ricordare – spiega Matteo – l’epoca in cui in ValSeriana, particolarmente a Gromo e Valbondione, venivano fuse lame e spade. A Gromo dal 2010 è aperto il MAP, il museo delle armi bianche e delle pergamene, a ricordo delle antiche fucine che vennero meno a causa di una travolgente alluvione». L’Excalibur delle Orobie è finita su libri e siti specializzati in ogni angolo d’Europa, contribuendo non poco a rendere famoso il contesto del Curò.

Un Lago che resta nel cuore

Nell’incantevole area attorno al Rifugio Curò, è possibile ammirare anche un lago naturale fra i più alti delle Orobie, posto a 2562 metri sul livello del mare. Si tratta del Lago Gelt, noto in particolare per l’unica e suggestiva forma a cuore. È situato in una conca rocciosa ai piedi del Diavolo della Malgina (a ovest) e delle Cime di Caronella (est). Il suo nome, come è facilmente intuibile, deriva dalla dizione dialettale di “gelato”, poiché il ghiaccio lo ricopre per almeno sette/otto mesi all’anno.

Per raggiungerlo, partendo dal Rifugio Curò è necessario costeggiare l’invaso artificiale del Barbellino (sentiero CAI 308) verso la Val Cerviera e raggiungere il lago naturale del Barbellino, vicino al rifugio Barbellino. Salendo dalla sponda sinistra del lago, si raggiunge, ad un’altitudine di 2612 metri, il Passo di Caronella e da qui, per ulteriori tre chilometri alla Bocchetta di Gelt (a quota 2772 mt.). Da qui il lago sarà ben visibile nella sua caratteristica forma a cuore.

 


Articolo scritto da Virginia Coletta per VAL – ESTATE 34 
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