Tante idee per vivere al meglio le tue vacanze
Biscotto Aliciano, un dono alla comunità
Tra le vie del centro storico di Alzano Lombardo, una storia di passione e dolcezza: quella dell’Arte del Pane di Trionfini e del suo biscotto delle monache
Mi perdo quasi sempre quando vado ad Alzano Lombardo. Ogni volta la sensazione non è quella di spaesamento ma di stupore. Il centro storico è un piacevole articolarsi di viuzze che restituiscono scorci suggestivi e aperture inaspettate. Come quella sulla piazza della Basilica di San Martino, una facciata imponente ma racchiusa in uno spazio intimo, un’immersione nella bellezza che invita a varcare il portone e perdersi nella chiesa che “vive” insieme al Museo e alle annesse Sagrestie fantoniane.
L’ARTE DEL PANE DI TRIONFINI
50 anni di ARTE BIANCA
Ma, insieme alla piazza della Basilica, fra le vie imperdibili di Alzano consiglio di segnarvi via San Pietro, al civico 3, quello dell’Arte del Pane di Trionfini. In mostra qui sono capolavori d’arte bianca: pane, focacce, pizze e soprattutto biscotti. La vetrina è di quelle tipiche di bottega, prodotti curati sotto una bella insegna storica. Dentro l’ambiente in legno e marmo ospita prodotti da forno di ogni tipo e soprattutto restituisce quell’accoglienza che trasforma ancora oggi “l’andare a prendere il pane” in un momento di incontro.
Dietro a questo ben di Dio c’è Giuseppe Trionfini titolare dell’attività, riconosciuta lo scorso ottobre tra le attività storiche di Regione Lombardia, con una sede anche a Ranica. La storia del negozio è di quelle che appassionano, che dietro alla semplicità del quotidiano nascondono progetti dalla tradizione e dalla cultura locale.
GIUSEPPE TRIONFINI, IL MASTRO PASTICCIERE
Giuseppe mi aspetta nel suo laboratorio, poco distante dal negozio. Sono le 11.30 e ormai l’attività è terminata, le macchine sono ferme, tutto è pulito a specchio. Eppure anche bendati, sarebbe difficile non capire di essere in un luogo che sforna dolcezza, tanto è inebriante il profumo.
“Poi passo nei negozi e verifico consegne e ordini ma la giornata è quasi terminata” esordisce Giuseppe… e vorrei ben vedere visto che lui varca la soglia alle 3.00 di mattina.
Giuseppe fa questo mestiere da 47 anni. Il nonno nel 1947 aprì il panificio a Dossena, paese originario della famiglia Trionfini, poi trasferito ad Alzano Lombardo nel 1970 e passato sotto la guida del papà Andrea. Ora è Giuseppe insieme al fratello Diego a portare avanti con orgoglio l’attività. Ha due figli, di cui si dice molto orgoglioso, che hanno seguito strade diverse, uno enologo e uno ingegnere, ma che trovano sempre il tempo di dare una mano nel luogo in cui sono cresciuti e al quale sono rimasti affezionati.
Trionfini lega da sempre il suo nome a un prodotto specifico: i biscotti. “Un mio amico artista di Dossena, Filippo Alcaini nel 1979 dedicò ai Biscotti Trionfini queste illustrazioni con poesie in dialetto”. Mi mostra una stampa mentre ne parla, ritrae un mastro pasticcere che lavora con ingredienti a km0.
E non poteva che essere un biscotto il prodotto attorno cui Giuseppe ha costruito un attento progetto di valorizzazione della cultura gastronomica locale che incontra una più ampia promozione territoriale.
Inizia quindi la storia del Biscotto Alicano, prodotto a cui Giuseppe vuole legare il suo nome ma allo stesso tempo quello di Alzano Lombardo, un biscotto che racconta una storia di lavoro e sacrifici, rapporti curati con passione, scambi sinceri. Una storia che ha nel dono il suo filo conduttore.
IL DONO DELLE MONACHE
“Fino a pochi anni fa davanti al laboratorio c’era il Convento della Visitazione che ospitava suore di clausura con cui ho sempre avuto rapporti ottimi. Ci scambiavamo prodotti e favori: loro mi portavano uova fresche, il coniglio, frutti, soprattutto nocciole e io ricambiavo con consigli su ricette come quella del pane in cassetta, ospitavo la suora laica Margherita per agevolare il loro lavoro quotidiano, facevo tostare le nocciole, cuocere le mele, mettevo a disposizione il mio forno per i loro manicaretti”. Mentre ne parla si capisce come per Giuseppe il rapporto con le monache fosse importante, sincero e fatto di piccoli gesti. “Poi un giorno la madre mi consegnò un biglietto con scritta la ricetta del loro biscotto, quello fatto con le nocciole. Lo misi in un cassetto e non ci prestai troppa attenzione fino a quando il convento venne chiuso nel 2015”. Consapevole di aver ereditato un piccolo pezzetto di storia di Alzano Giuseppe prende in mano quella ricetta e le dà una nuova vita: farine grezze, burro, uova e nocciole, nessun aroma artificiale e conservante aggiunto.
Il biscotto era buono, l’intuizione ancora di più.
“Ho seguito la ricetta originaria, era eccezionale così. Ho solo cercato una forma nuova perché le suore li facevano con il cucchiaio, ma ovviamente io non potevo permettermi tutto quel tempo nella preparazione. Ne è nato un rigatone facile da realizzare con la saccapoche ma che allo stesso tempo ha una valenza simbolica ricercata, un richiamo ai campi di grano arati rappresentazione di fertilità già noto in tempi antichissimi”. Una rivisitazione di un prodotto antico con un rimando nella forma a simbologie millenarie nato dalle mani di un alzanese che ama la sua città non poteva che avere un nome storico. “In epoca romana i territori dal monte Frontale al fiume Serio erano sotto il dominio della Gens Alicia da cui deriva il primo toponimo della cittadina: Praedium Alicianum (podere Aliciano) che sarà poi Alzano. Senza andare a inventarmi nulla di nuovo il nome per il biscotto ce lo ha fornito la storia: Aliciano”.
IL DONO DEL BISCOTTO ALLA COMUNITÀ
Il biscotto piaceva ed era sempre più richiesto. Ma un nuovo tassello della sua vicenda viene scritto grazie a un altro incontro fortunato: quello con il sindaco Camillo Bertocchi.
La svolta ha una data ben precisa: il 7 giugno 2017. “Mi chiamò il sindaco chiedendomi se in occasione dei festeggiamenti per il 90° anniversario potevo andare in comune, durante la cerimonia ufficiale, per presentare il biscotto e la sua storia. Ci teneva che l’Aliciano diventasse il prodotto tipico di Alzano”.
Da quel momento anche Giuseppe prende maggiore consapevolezza delle potenzialità di questo dolce campo arato e inizia a lavorare sul packaging per fare in modo che la confezione fosse un ulteriore richiamo al legame con il territorio. Nasce così una collaborazione con alcuni amici artisti e disegnatori che lavorano sul soggetto delle scatole di latta: prima stampe storiche come la piazza con l’antico Palazzo della Ragione, il Monastero della Visitazione e altri scorci di Alzano, poi la “natalizzazione” della scatola (per la prima edizione natalizia viene selezionato un suggestivo paesaggio innevato di Brumano, località alzanese che a Giuseppe sta particolarmente a cuore) e ancora la collaborazione con il Museo d’Arte Sacra San Martino. La scelta dei soggetti lascia intendere una profonda finezza culturale del nostro mastro pasticcere.
“Quello di cui vado molto fiero è la collaborazione nata con gli alpini di Alzano che poi si è allargata ad altri gruppi del territorio. Ho fatto diverse edizioni dell’Aliciano dedicate a questo corpo di volontari in cui credo molto, apprezzo il lavoro che svolgono e la dedizione con cui lo portano avanti”.
Affascinante la storia, belle le scatole, ma Giuseppe ci tiene davvero a sottolineare un’altra cosa. Quello che lo rende più orgoglioso è che il suo prodotto è andato in giro per il Mondo perché gli alzanesi hanno colto al volo le potenzialità di questo biscotto, si sono riconosciti in esso, lo regalano ad amici e parenti lontani per condividere un po’ dell’identità alzanese. “Che sia per altri biscotti, per la pasta, per gomitoli di lana, chiodi e attrezzi da officina, la scatola può avere una vita anche oltre la sua funzione originaria”.
IL DONO PER LE SANTELLE
Che questo panettiere sia legato alla sua cittadina in modo sincero e profondo è chiaro ma ancora più palese quando racconta l’ultimo progetto a cui sta lavorando: “Il comune di Alzano ha presentato poco tempo fa uno studio sulle tantissime santelle che costellano il territorio. È un lavoro importante, soprattutto perché ne ha messo in luce la precarietà dello stato di conservazione”. Ecco allora sfornata una nuova scatola di Aliciano con la santella di Brumano. “La metà del ricavato dalla vendita di queste scatole sarà destinato ai lavori di ristrutturazione di questo piccolo oggetto d’arte che appartiene alla comunità e che è una testimonianza storica da preservare”.
Trionfini è davvero un panificio storico, e l’Aliciano un biscotto per la comunità, un dono al territorio, un prodotto che rispecchia a pieno i valori della cultura gastronomica locale basata sul rispetto delle materie prime, su antiche lavorazioni rivisitate con un pizzico di innovazione.
Ah, e se ve lo state chiedendo, l’Aliciano è un biscotto davvero squisito.
INFO E ORDINI
035.511038
Segui il Biscotto Aliciano sui @alicianoilbiscotto
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