Tante idee per vivere al meglio le tue vacanze
Quando ti spuntano le ali
L’emozione di un volo panoramico e silenzioso in parapendio: da Rovetta a un passo dal cielo
Il mezzo più semplice e leggero che l’uomo conosca per volare è il parapendio: un’ala colorata che si gonfia al vento e permette di conquistare in volo chilometri di bellezza. Il territorio della ValSeriana ha una conformazione particolarmente adatta per il volo in parapendio e per questo lo si pratica tutto l’anno a Rovetta, Castione della Presolana, Aviatico e a Gandino.
Scopri QUI dove volare sopra le montagne del territorio
IN VOLO SOPRA
I BORGHI DELLA PRESOLANA
Domenica, ore 11, ritrovo al campo sportivo di Rovetta. L’appuntamento con Luca Camera, presidente di AlpiFly di Rovetta, è fissato. Un po’ di agitazione inizia a farsi sentire e, penso, si trasformerà in adrenalina. Al punto di ritrovo l’atmosfera è frizzante, dalle auto scendono ragazzi con zaini enormi, scrutano il cielo, parlano di correnti ascensionali termiche. Sono nel posto giusto: sono loro i miei compagni di viaggio. Mi faccio avanti cercando di nascondere quella sana paura di chi sta per provare una nuova esperienza, desiderata da tempo. Una Mitsubishi Pajero del 1988 ci trasporterà fino alla Cappella degli Alpini al Monte Blum (1972 m), trampolino di lancio perfetto per i voli in parapendio.
Durante il viaggio cerco di capire qualcosa in più di questa pratica outdoor: i ragazzi spiegano nel dettaglio di cosa si tratta, si vede tutta la loro passione. Fanno parte di AlpiFly, che unisce una cinquantina di appassionati. Fra loro cinque sono abilitati per guidare il biposto.
VOLI BIPOSTO
Mi raccontano che questo tipo di volo è attività adatta a tutti e non richiede particolari abilità fisiche: lo possono provare i bambini di almeno otto anni e poi non ci sono limiti ulteriori (Luca ha fatto volare una signora di 79 anni che di abbandonare il cielo proprio non ne voleva sapere).
Propongono voli dal Blum o dallo Scanapà (Castione della Presolana), ma si possono organizzare lanci in base ai desideri del clienti: anche dal Vaccaro di Parre o magari dalMonte Farno a Gandino, che pure vanta una storia importante. Basta farsi coraggio e organizzare l’uscita insomma.
IL LANCIO
Ci siamo, ecco la Cappella degli Alpini. La vista è di una bellezza incredibile, la cornice è quella delle Orobie, da una parte la Valzurio e a dominare Redorta e Timogno, dall’altra l’Altopiano clusonese, il Monte Pora e il Lago d’Iseo luccicante con al centro Montisola. La manichetta rossa e bianca tira da sud ovest: significa che le condizioni meteo per volare ci sono. Il tempo di un respiro profondo e sono chiamata in postazione; mentre mi aiutano a mettere l’imbragatura mi spiegano quello che dovrò fare: qualche passo in avanti poi, nel momento in cui mi sentirò tirare all’indietro e la vela inizierà a spiegarsi, sarà l’ora di correre, senza esitazione e fino a quando i piedi non si saranno staccati da terra. A quel punto è fatta. Ci si posiziona comodi sul seggiolino e si accende la GoPro. Luca chiede più volte se va tutto bene… È l’ora di godersi il viaggio.
Mentre sono in alto, per la prima volta così in alto senza avere i piedi poggiati, penso che è incredibilmente semplice quello che l’uomo può fare: volare con un’ala di 42 metri quadrati, composta da piccole cellette traforate, i freni, l’acceleratore, i cordini a reggere il sellino, alla faccia del mitologico e fallimentare volo di Icaro che diventò monito per chi decide di andare oltre le capacità umane. L’ala con cui sto volando si chiama proprio Icaro.
Rifletto sul fatto che il mito oggi ha senso se letto come invito a vivere in sintonia con quello che ci circonda, perché da lassù bisogna essere capaci di ascoltare il vento, assecondarlo, farsi aiutare abbracciandolo laddove il suo soffio è più caldo; l’abilità fisica necessaria per praticare questo sport è nulla rispetto alla forza psicologica di chi si mette alla guida di queste ali leggere. Ci vuole certo un po’ di follia, quella che spinge alcuni piloti a fare voli anche di oltre duecento chilometri, senza mai atterrare, ma servono anche costanza, pazienza, forza di volontà e astuzia.
Da questa prospettiva stupore e meraviglia si alternano fra infinite emozioni: attorno le montagne anziché ostacoli sembrano traguardi vicini, il bosco disegna sotto di noi ricami geometrici dolci e spumosi, mi incuriosiscono le case, i campanili, i rettangoli verdi dei giardini; è immensamente piccola la distanza fra un paese e l’altro, fra una cima e l’altra, fra una casa e l’altra. Il territorio della ValSeriana ha davvero una cifra stilistica: la bellezza naturale è in costante dialogo armonico con le tracce di una storia che oggi è cultura.
Il pilota mi richiama sul pianeta Terra, è ora dell’atterraggio e torna l’ansia, ma il tempo per pensare è poco. Con una certa velocità ci si avvicina al campo e in un attimo siamo di nuovo alla base. Un compagno di avventura ci contatta via radio per assicurarsi che tutto sia andato per il verso giusto.
La risposta mi viene spontanea: a quando il prossimo lancio?
Un grazie a Luca Camera, presidente di AlpiFly, che ci ha guidato in questa incredibile esperienza.
L’associazione organizza durante tutto l’anno lanci con parapendio biposto e partecipa ad alcuni eventi sul territorio.
Info e prenotazioni: www.alpifly.it
info@alpifly.it – +39 328.0184461
Articolo di Serena Bonetti per VALSeriana & Scalve Magazine – primavera 2020
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