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Lino Val Gandino
Un progetto che unisce fede, devozione e tradizione, destinato a portare nel mondo un messaggio di speranza ma anche l’arte tessile senza tempo della Bergamasca.
Nella serata del Giovedì Santo su Rai Uno, negli studi di Porta a Porta è stata presentata la prima copia della Sacra Sindone, esito e prima tappa importante del progetto Lino Val Gandino
IL PROGETTO
Il progetto ha come capofila il Comune di Peia, cui si affiancano il Comune di Gandino, il Distretto de Le Cinque terre della Val Gandino, la Comunità del Mais Spinato e un gruppo di aziende d’eccellenza del territorio bergamasco.
LE COPIE DELLA SACRA SINDONE
Il lino è stato coltivato a Gandino nel 2020, in piena pandemia, su un terreno di proprietà della famiglia Torri. Raccolto nell’estate successiva, è stato trattato grazie al Linificio Canapificio Nazionale e tessuto nella sede di Torri Lana 1885, all’imbocco della storica “Via della Lana”. Per l’impressione dell’immagine (un file ad altissima risoluzione che occupa la memoria di un intero pc) è stato utilizzato il procedimento della stampa a pigmento.
Le copie certificate della Sacra Sindone saranno destinate, a discrezione della Diocesi di Torino, a chiese e realtà di tutto il mondo. Nella primavera 2022 una copia sarà presentata, in un’apposita sezione, al Museo della Bibbia di Washington.
LA VIA DELLA LANA
Il progetto Lino Val Gandino prevede anche la realizzazione di un percorso storico che toccherà la Via della Lana, passando dall’agro di via Resendenza, dalla via Carducci in comune di Gandino, dalla via Ca’ Fragia in comune di Peia per raggiungere la Pozza del Lino.
Ci saranno luoghi di sosta con punti informativi per documentare la storia passata e presente della tessitura in Val Gandino, ma anche forti connessioni con il Museo della Basilica di Gandino e il Museo del Tessile di Leffe.
Nel primo caso, oltre ad alcuni macchinari antichi, è disponibile una delle maggiori collezioni al mondo di tessili, pizzi e merletti religiosi. A Leffe è invece presente una filiera tessile completa, a partire dalle piante tessili, che propone macchinari d’epoca funzionanti e un’efficace aula didattica multimediale.
I fili della storia che legano il progetto del Lino Val Gandino al territorio sono innumerevoli. Basti pensare che annessa alla sede di Torri Lana 1885 c’è l’antica “ciodera”, fra gli ultimissimi esemplari di stenditoio per l’asciugatura dei tessuti presenti in Italia, “Luogo del Cuore del FAI”.
La stessa famiglia Torri è stata protagonista, attraverso Emma Torri e il marito Mario Franchina, dell’arrivo in Val Gandino, al Santuario della Madonna d’Erbia di Casnigo, della veste talare di S. Giovanni Paolo II Papa. A Gandino si conserva invece il Saio Reliquia di S. Padre Pio da Pietrelcina, sin dagli anni ’40 donato dai Cappuccini a una famiglia gandinese fornitrice di pannilana.
Il progetto è sostenuto da GAL Valle Seriana e dei Laghi Bergamaschi ed Uniacque
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