Tante idee per vivere al meglio le tue vacanze
La fucina dei Presepi
«Il presepe tocca il cuore di tutti, anche di coloro che non credono, perché parla di fraternità, di intimità e di amicizia, chiamando gli uomini del nostro tempo a riscoprire la bellezza della semplicità, della condivisione e della solidarietà»
«Il presepe tocca il cuore di tutti, anche di coloro che non credono, perché parla di fraternità, di intimità e di amicizia, chiamando gli uomini del nostro tempo a riscoprire la bellezza della semplicità, della condivisione e della solidarietà». Le parole di Papa Francesco del 2014 restano di estrema attualità anche in ValSeriana, dove il Presepe rappresenta una radicata tradizione. Lo sanno bene a Cerete, dove è attiva una vera e propria fucina creativa che da più di trent’anni produce piccoli capolavori. Borghi, monumenti, complessi architettonici in miniatura, dove la Natività trova casa. Molti si possono ancora vedere, nei luoghi che rappresentano: il complesso della Basilica e dell’Oratorio dei Disciplini a Clusone, il centro storico di Gandino, il borgo medievale di Gromo, la Casa museo Fantoni di Rovetta, Cerete Basso negli anni Trenta, il Santuario della Madonna delle Grazie ad Ardesio, San Patrizio a Colzate. Un vero e proprio percorso, una sorta di “Mini ValSeriana”, da visitare. E, quest’anno, si aggiungerà anche la Val di Scalve, con la Diga del Gleno.
Custode della tradizione è l’associazione “Amici del Presepe”, guidata da Fiorenzo Savoldelli, insegnante della Scuola Edile di Bergamo ora in pensione. È lui a raccontare come tutto è iniziato nei primi anni Novanta, con un gruppo di genitori e bambini che frequentavano l’oratorio di Cerete Bas so: «Abbiamo cominciato con un presepe amatoriale, fatto con pasta di sale e farina. L’anno dopo siamo passati al granoturco, perché Cerete è il paese dei mugnai e dei mulini».
La passione ha preso in fretta il sopravvento ed ecco l’idea di ambientare la Natività nel borgo di Maslana, perla di Valbondione, con le sue case in pietra e i tetti in ardesia. È così partito un viaggio attraverso luoghi speciali, unici, anche oltre la ValSeriana. Si sono aggiunti gioielli della Bergamasca come il romanico di San Tomè ad Almenno San Bartolomeo, il santuario della Cornabusa a Sant’Omobono Terme, Pizzino in Val Taleggio, il Monastero di Astino alle porte di Bergamo, Piazza Vecchia a Bergamo Alta. E poi l’Italia con Assisi, piazza del Campo a Siena, il borgo di Vernazza nelle Cinque Terre liguri.
Ogni presepe è una sfida, perché i luoghi sono riprodotti con cura maniacale, in scala, da un gruppo di “giovani pensionati”, come li chiama Fiorenzo Savoldelli. «Facciamo ricerche, consultiamo documenti, ci confrontiamo con storici ed esperti del posto. Entriamo in simbiosi con il luogo che scegliamo: diventa qualcosa di nostro, che regaliamo gelosamente agli altri». Negli anni alcuni volontari dell’associazione sono purtroppo venuti a mancare. Altri sono entrati nel gruppo. Restano intatte la passione, l’attenzione ai dettagli, la precisione.
«Da metà settembre fino a dicembre ci troviamo ogni sera, dal lunedì al venerdì, nel nostro laboratorio, uno spazio messo a disposizione della parrocchia di Cerete. I presepi hanno una base in legno, ma poi vengono intonacati e rifiniti. Cerchiamo di non trascurare nulla. Quando abbiamo realizzato il centro storico di Gandino e Palazzo Giovanelli, le tegole in cotto erano circa 25 mila, tutte fatte a mano. Accanto al Santuario di Ardesio abbiamo rappresentato la tradizionale processione della vigilia con duecento statuine».
Anche la Diga del Gleno, scelta per il Presepe di quest’anno, è frutto di un attento lavoro di ricerca. «Ci siamo basati su un testo del 1924 con sezioni e disegni che si sono rivelati preziosi». Il risultato si può ammirare nella chiesa parrocchiale di Cerete Basso, dall’8 dicembre al 6 gennaio. Una volta terminato il periodo natalizio, la riproduzione andrà ad arricchire il Museo della Diga del Gleno che si sta realizzando a Vilminore di Scalve.
Presepi nel Borgo e in vetrina
In ValSeriana la tradizione dei presepi abita i centri storici. A Gromo e Clusone, Villa di Serio e Colere, centinaia di rappresentazioni della Natività, diverse per stile e provenienza, sono in mostra nel periodo natalizio. A Gromo l’iniziativa del “Borgo dei Presepi” giunge alla quarta edizione. È promossa dalla Parrocchia, con il supporto di un gruppo di volontari. Più di 100 i presepi che si possono ammirare all’interno del borgo medievale, in circa trenta locali messi a disposizione da privati e dal Comune. Quest’anno il percorso si estende anche oltre piazza Dante, verso la parte alta del centro, con la possibilità di scoprire scorci e angoli suggestivi. I presepi trovano posto in cantine, negozi sfitti, in locali che conservano le caratteristiche del passato. Si va da rappresentazioni della Natività più tradizionali ad altre dove prevale la creatività: presepi dal mondo, in miniatura, allestimenti dalla spiccata connotazione sociale. Il “Borgo dei presepi” accoglie i visitatori dal 7 dicembre al 6 gennaio (15 le aperture diurne dalle 14 alle 18, una notturna dalle 14 alle 22). Non mancheranno musiche e atmosfere natalizie.
A Clusone, nel cuore della città baradella, debuttano quest’anno le “Vetrine dei Presepi”. I negozi sfitti della parte alta del centro storico, vicino a piazza Orologio, accolgono una quindicina di rappresentazioni della Natività, tra le quali anche quella che rappresenta il Monastero di Astino, realizzata dagli “Amici del Presepe” di Cerete.
Anche a Villa di Serio, fino al 6 gennaio, sarà possibile seguire una mostra diffusa di presepi allestiti in Villa Carrara, nella Chiesa di San Lorenzo e nelle vetrine di attività commerciali nel centro storico.
In Val di Scalve, sarà il borgo di Colere a ospitare fino al 6 gennaio un percorso di Presepi fruibile grazie a una mappa disponibile presso la Pro Loco di Colere.
Presepi Viventi, vivace tradizione
Ottocento anni fa, nel 1223, il primo presepe vivente della storia fu opera di San Francesco d’Assisi, nel borgo di Greccio, presso Rieti. Anche in ValSeriana questa tradizione riporta in scena il passato, tra antichi mestieri e usanze che si riaffacciano.
A Fiumenero nelle vecchie case, lungo le vie strette, dentro le corti, più di 150 comparse riportano la frazione di Valbondione ai primi del Novecento. Ricompaiono antichi mestieri come la cereria, il falegname, il fabbro, lo speziale, l’ombrellaio, lo straccivendolo. Vengono rappresentati momenti della vita di un tempo: la scuola, le sere in famiglia, l’osteria. Il tutto condito con una buona dose di ironia, nel ridare voce a dialoghi tra marito e moglie o a modi di dire in dialetto. Non manca la Natività nella stalla. L’intero paese si mette in gioco: non solo Fiumenero, ma anche Lizzola e Bondione. Arrivano a dare una mano anche dai comuni vicini. Alla sedicesima edizione si può assistere sabato 28 e domenica 29 dicembre dalle 20.30 alle 23; domenica 5 gennaio dalle 15.30 alle 19.
Anche a Cirano va in scena il presepe vivente. La frazione di Gandino si anima con “La Natività tra arte e antichi mestieri”. Una tradizione avviata nel 2012 e che vede l’intero borgo impegnato a riportare in vita il passato. I cortili ospitano i mestieri e scorci della vita di un tempo. L’appuntamento è per domenica 22 dicembre dalle 14 alle 18. Il giorno prima, sabato 21, Cirano ospita invece il Mercatino di Natale. In entrambe le occasioni, a disposizione una navetta per garantire il collegamento con in centro del paese e la Casa bergamasca di Babbo Natale, allestita a Gandino. Il presepe vivente va in scena anche a Clusone, il 2 gennaio, tra la casa di riposo Sant’Andrea e la chiesa di San Defendente. Volontari e famiglie rappresentano la nascita di Gesù, seguendo i racconti dei Vangeli. L’appuntamento è nel pomeriggio, a partire dalle 15.30.
Il giro del mondo in un Museo
Un viaggio intorno al mondo legato alla stupore della Natività. D’obbligo in ValSeriana una visita al Museo dei Presepi di Gandino, nato nel 1988 e dedicato a S.Giovanni Paolo II. Ad avviare l’esposizione fu la felice intuizione di mons. Lorenzo Frana, gandinese a lungo Osservatore Permanente della Santa Sede all’UNESCO a Parigi, nel ruolo che fu nel 1952 di Papa Giovanni XXIII. Il Museo dei Presepi conserva più di 600 ricostruzioni della Natività, provenienti da almeno sessanta Paesi.
In mostra, fra i tanti, ci sono un presepe ligneo brasiliano, donato da S.Giovanni Paolo II Papa, uno in vetro di Murano e oro zecchino opera di Archimede Seguso e una realizzazione ecuadoregna, ottenuta utilizzando un frammento di rarissimo corallo nero. Molti provengono da collezioni private, altri da singoli donatori. Da ricordare anche il grande allestimento con la minuziosa ricostruzione del centro storico di Gandino, realizzata nel 2008 dal gruppo Amici del Presepio di Cerete e ospitato nel 2020 negli studi RAI di Porta a Porta. Il Museo dei Presepi di Gandino (a pochi passi dalla Basilica) sarà aperto fino al 28 febbraio 2025, tutti i sabati, domeniche e festivi dalle ore 14.00 alle ore 19.00 con visite guidate (ultimo ingresso ore 18.00). È possibile effettuare visite guidate dal lunedì al venerdì, dalle 10.00 alle 18.00, sia al Museo sia alla Basilica, su prenotazione (per gruppi di almeno cinque persone), telefonando al 340.6775066.
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