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A rimirar le Stelle
L’Osservatorio Astronomico a Ganda di Aviatico: con gli Astrofili Bergamaschi, fra scienza e poesia
È un grande occhio, capace di avvicinare i nostri piccoli occhi alle stelle e ai pianeti di seicento, settecento volte. È un grande occhio che scruta gli abissi del cosmo, capace di svelare galassie, nebulose, quasar, dettagli dei pianeti, da Marte a Giove, a Saturno. Si trova sopra Aviatico, precisamente nella zona di Ganda, si chiama “Osservatorio astronomico delle Prealpi Orobiche”.
Da dove si lascia l’automobile parte un sentiero, cinque minuti, e si arriva alla costruzione realizzata dal Circolo Astrofili Bergamaschi, che ospita un potente telescopio dotato di un obiettivo di mezzo metro di diametro. Nell’osservatorio si conducono lavori di ricerca, ma ci sono diverse serate dedicate al pubblico, alla divulgazione. Per esempio tutte le serate del primo venerdì del mese.
LA NASCITA DELL’OSSERVATORIO
L’Osservatorio è stato inaugurato vent’anni fa, il 31 maggio del 1999. Quel giorno a Ganda venne anche Franco Malerba, il primo astronauta italiano. Ricorda Davide Dal Prato che, al tempo, era presidente del Circolo Astrofili Bergamaschi: «Si cominciò a parlare di un osservatorio a Bergamo nel 1981. L’assessore alla pubblica istruzione del Comune, Claudio Pelis, lo voleva realizzare, magari con annesso un piccolo planetario. Si pensò a costruirlo
sui colli, in particolare sul colle dei Roccoli o alla Bastia, ma alla fine non se ne fece nulla. Verso metà degli anni Ottanta venne avanzata la proposta di costruirlo a Miragolo, il comune di Zogno sembrava molto favorevole all’iniziativa, ma anche lì andò a finire in niente. Allora il socio Massimo Camozzi di Selvino riuscì a trovare un buon terreno nelle sue zone, in comune di Aviatico: era la volta buona, su quel terreno, nella frazione Ganda, nacque l’osservatorio. Lo pagammo 500 mila lire, il comune di Aviatico cercò di aiutarci in tutti gli aspetti burocratici. Ma non fu semplice».
Gli Astrofili dovettero darsi un gran da fare nel concreto per potere realizzare il loro sogno. Prima ebbero problemi con la legge Galasso che riguardava le costruzioni in quota, poi ebbero problemi di finanziamento, quindi le parti meccaniche del telescopio andarono rifatte. Dice Davide Dal Prato: «I lavori cominciarono il 4 gennaio del 1993 e andarono avanti per sei anni. Venne tutto autofinanziato: ci vollero 90 milioni di lire dell’epoca, più un sacco di lavoro volontario. Ricordo che per risparmiare sull’elicottero e sul trattore, portavamo i sacchi di cemento sulle spalle dalla strada alla costruzione. I soci si autotassarono, un gruppetto di loro versò 500 mila lire e in cambio ottenne di diventare “socio vitalizio”. Fu una piccola, grande impresa».
L’OBIETTIVO DEL TELESCOPIO
Lo specchio principale, l’obiettivo, del telescopio venne lavorato dalle ottiche Zen, ha un diametro di 51,2 centimetri. La parte meccanica definitiva fu realizzata dalla ditta Capelli di Villa d’Almé. Le parti elettroniche erano all’avanguardia, sebbene oggi siano state tutte sostituite… oggi il telescopio è completamente robotizzato. Schiacci un paio di tasti e il telescopio fa tutto da solo: individua le stelle, le insegue tenendole nel mirino, manda le immagini sul computer, se si vuole anche a casa, in modo che non c’è bisogno di stare con l’occhio incollato all’oculare, magari nell’aria gelida dell’osservatorio, d’inverno.
L’OSSERVATORIO OGGI: RICERCA E DIVULGAZIONE
Paola Tagliaferri è direttore dell’Osservatorio, oggi. Racconta: «Le serate del venerdì hanno sempre molto successo. Si comincia con una chiacchierata introduttiva di un’ora, si parla del cielo, dell’astronomia, del telescopio. Poi si visita la struttura, si spiega di che cosa si tratta. Poi inizia l’osservazione vera e propria, con lo strumento principale, ma anche con quelli ausiliari. I soci del Circolo Astrofili possono accedere all’osservatorio anche in altre sere, a patto che abbiano frequentato il corso specifico e dispongano del patentino che viene rilasciato alla fine». Il Circolo si occupa di divulgazione, di osservazione del cielo, di ricerca. Dice ancora Paola: «In particolare, un nostro socio astrofisico, Massimo Banfi, compie ricerche sulle stelle che variano di splendore nel tempo e ne ha scoperte tre nuove, sono variabili a eclisse. Le sue osservazioni hanno confermato la scoperta di una serie di pianetini, per conto dell’Unione astronomica internazionale. Un’altra attività importante è quella della fotografia astronomica: alcune immagini riprese con il riflettore da mezzo metro sono davvero bellissime».
Ricerca, divulgazione. Insegnare ai ragazzi che cosa sia l’astronomia, che cosa significhi studiare i pianeti e le stelle, le galassie. Ma soprattutto trasmettere loro la passione per questa ricerca che è senza fine. Ricerche che si possono effettuare anche con strumenti molto più piccoli del telescopio di Ganda, indagini che possono semplicemente diventare scoperta personale, la bellezza di cercare nel cielo gli astri e poi osservarli con il telescopio. Andare a cercare stelle doppie, stelle variabili, nebulose, galassie che a occhio nudo risultano invisibili. Cercare comete, pianetini che nessuno ha mai visto. È tutto alla portata di strumenti che si possono acquistare, che si possono utilizzare anche dal balcone di casa.
Presidente del Circolo è Luigi Ghilardi, Assunta Rota è invece la responsabile della divulgazione.
APERTURE
L’osservatorio è aperto gratuitamente al pubblico ogni primo venerdì del mese a partire dalle 21.00
Sarà aperto eccezionalmente venerdì 14 febbraio dalle 21.30 in occasione di Baci d’Altopiano (solo su PRENOTAZIONE)
Per informazioni: 327.2439200 | assunta.rota@gmail.com
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