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Tante idee per vivere al meglio le tue vacanze

A perdifiato lungo il letto di antichi torrenti

Il dry canyoning in Val Seriana

Parola d’ordine: adrenalina. È solo con una buona dose di predisposizione
all’avventura che si può vivere l’esperienza di scendere lungo il corso di un antico torrente, affrontando le gole e i pendii scoscesi.

Disarrampicate nei canyon
Disarrampicate nei canyon

Il grande pubblico conoscerà più facilmente l’attività del canyoning, lo sport acquatico che consiste nella discesa di strette forre percorse da piccoli corsi d’acqua e a differenza di altre discipline con cui spesso viene confuso quali il rafting, kayak, hydrospeed, si percorre il torrente a piedi, senza l’ausilio di  gommone o canoa.
Non tutti sanno, però, che il “torrentismo” si può praticare anche in assenza di acqua: è il dry canyoning, per il quale la ValSeriana offre percorsi particolarmente affascinanti.

Gole profondamente scavate nella roccia, caratterizzate in genere da forte pendenza, scivolistretti corridoi, rappresentano l’ambiente in cui si svolge questo sport, solo apparentemente “estremo”. Esistono, infatti, percorsi di varia difficoltà, dai semplici canyon d’iniziazione alle discese più impervie: «Si tratta di un’attività molto avvincente a contatto con la natura, adatta a tutti – spiega Alberto Albertini, guida alpina e maestro di alpinismo – Abbiamo gruppi molto eterogenei, con bambini dai 7 anni fino ad anziani di 70 anni. Con la giusta preparazione tecnica, una discreta preparazione atletica, si può godere in tutta sicurezza della bellezza di luoghi incontaminati. Andiamo alla scoperta di un mondo creato dal continuo lavoro dell’acqua in millenni, provando il piacere unico di camminare, calarsi e scivolare in ambienti eccezionali».

Mentre la stagione degli sport acquatici si apre con l’arrivo delle temperature più miti e si chiude all’incedere dell’autunno, il dry canyoning assicura emozioni tutto l’anno, proprio per l’assenza di acqua, che nel periodo più freddo non è affrontabile nemmeno con le mute. «Questa attività si presta ad essere svolta anche in inverno, senza la  presenza di neve e ghiaccio, proprio perché i percorsi sono equipaggiati e praticabili e rimangono riparati dalle intemperie» spiega Albertini.

Percorso di Dry Canyoning in Val Borlezza

Un’occasione, quindi, per scoprire le vallate bergamasche con un approccio naturalistico diverso dai consueti sport invernali, capace di attrarre turisti anche da fuori provincia, grazie alle suggestive e poco conosciute forre
disseminate nel nostro territorio.

«Grazie alla passione per la montagna e l’esplorazione abbiamo scoperto e attrezzato con ganci, rinvii e scalette percorsi oggi accessibili agevolmente. Sono forre e gole dove scorreva l’acqua migliaia di anni fa, quando la calotta glaciale che scendeva dall’Adamello lambiva il territorio di Lovere e aveva uno spessore di 700 metri. La geologia di questi luoghi è molto cambiata, sono variati i percorsi dei torrenti, si sono prosciugati i corsi d’acqua, lasciando canyon di rara bellezza» racconta Albertini.

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Un esempio si trova in Val Borlezza, sotto l’altopiano di Bossico, sul lato idrografico sinistro del lago d’Iseo: un’avvincente discesa tra canyon secchi nel paradiso selvaggio della valle. Il percorso è un continuo susseguirsi di scivoli, salti verticali e calate di oltre 20 metri. Dopo una breve salita di avvicinamento a piedi lungo un sentiero nel bosco, si arriva al punto di partenza del pendio. Da qui parte l’avventura che per due ore regala emozioni indimenticabili a tutti gli escursionisti.

Val Borlezza

L’esperienza sportiva è arricchita anche dalla bellezza dei panorami e dall’unicità delle formazioni rocciose che costituiscono l’ambiente circostante: «È affascinante l’orografia di questi placidi luoghi, plasmati dal lento e costante lavoro dell’acqua che ha modellato il territorio – racconta
Albertini -. Non di rado lungo le gole che percorriamo sono visibili massi erratici di granito o di verrucano lombardo, presenti in aree di montagna prettamente calcarea. Si tratta di rocce provenienti da altre parti della regione, trasportate dalle Alpi verso valle dall’acqua e dal movimento dei
ghiacciai, in secoli e millenni»

Ad oggi in Val Borlezza sono quattro i percorsi proposti dalle guide alpine, ma il gruppo è già al lavoro per attrezzarne altri intorno al lago d’Iseo: «Le valli bergamasche offrono tantissimo a livello naturalistico, un potenziale turistico tutto da scoprire» commenta Albertini.
Ovviamente è necessario affrontare la montagna in tutta sicurezzaLa progressione avviene in discesa, grazie a calate su corda e arrampicate verso il basso, dette disarrampicate, tecniche tipiche dell’approccio speleologico e alpinistico.
L’assenza di acqua e di ostacoli come cascate, salti e rapide non rende il dry canyoning privo di rischi. Per questo è importante affidarsi a guide esperte: «Questo sport unisce le tecniche dell’arrampicata alla speleologia e necessita di equipaggiamenti specifici quali caschetto, corde, moschettoni
e imbraghi che vengono spesso forniti dalle guide per le uscite di gruppo. È indispensabile un abbigliamento adatto al trekking: scarponcini, maglie e pantaloni tecnici comodi – aggiunge Albertini -. Prima di affrontare qualsiasi percorso viene fatto un briefing iniziale per illustrare dettagliatamente le tecniche di discesa, le manovre di corda per le calate, la gestione dell’attrezzatura e per preparare gli escursionisti ai possibili pericoli, come le condizioni meteo avverse improvvise o le rocce più friabili.
Per effettuare tour di livello superiore è obbligatorio aver fatto un percorso di livello inferiore o aver già praticato l’attività almeno un paio di volte».

Articolo di Silvia Valenti per VALSeriana & Scalve Magazine – inverno
Immagini di Alberto Albertini e Ruggero Andreoli