Statua del Moroni e scultura “Il mio Moroni”
Albino | Punti di interesse
Due opere differenti ma entrambe dedicate a Giovan Battista Moroni: sono la Statua del Moroni (1) e la scultura “Il mio Moroni” (2), realizzate l’una dallo scultore albinese Giuseppe Siccardi e l’altra, copia dell’originale, realizzata dall’artista albinese Remo Ponti.
(1) Era il 15 luglio 1938 quando un gruppo di locali lanciò la proposta di affidare a Giuseppe Siccardi la realizzazione di un monumento dedicato al celebre pittore albinese. L’idea fu subito accolta con entusiasmo sia dall’artista che dall’allora podestà di Albino.
Il 2 giugno 1939 si tenne la cerimonia della posa della scultura nella piazza antistante le scuole elementari, dove rimase fino al 1954, quando si decise che culturalmente dovessero essere celebrati altri valori, intitolando la piazza ai Caduti di guerra albinesi. La statua venne così di trasferita nel piazzale di fronte alla stazione, oggi piazza G.B. Moroni. Qui rimase fino alla notte tra il 3 e il 4 agosto 1996, quando un gruppo di vandali letteralmente la decapitò. Sottoposta a restauro, nel 1997 la scultura venne collocata nell’atrio del palazzo municipale. Qui è rimasta fino al 2022, quando è stata portata nuovamente al suo luogo originario (Piazza Caduti, 1).
(2) L’opera vuol essere un collegamento duraturo tra l’arte del periodo moroniano e i giorni nostri, sottolineando la continua attenzione verso l’arte che da sempre ha caratterizzato la città di Albino.
Remo, su quest’opera, traccia dei segni importanti che non rinnegano il passato, ma ne fanno tesoro ed allo stesso tempo ne traccia uno suo, personale interpretazione dello spirito moroniano.
Va oltre l’immagine alla ricerca dell’essenziale.
L’opera, riprodotta in copia alta 2,5 metri, sottolinea l’ elevazione della profonda interiorità umana, propria di Remo, verso forze oltre noi, esistenti o non esistenti e allo stesso tempo sottolinea un concreto ritorno alla base, espresso dal cuneo capovolto alla sommità della stele.
Nel cuneo, che stilizzato rappresenta un viso, è sottolineata la forza dell’uomo che non dimentica di essere tale e quindi di appartenere alla terra.
Un’opera che vuole essere un simbolo, un punto di convergenza tra passato, tradizione, presente e futuro, che può essere costruito senza rinnegare ciò che i cittadini di Albino hanno realizzato nel corso della loro storia, artistica e non.
Un’opera che vuole essere uno stimolo per gli artisti Albinesi a non sostare nel proprio io, ma ad aprirsi e coordinarsi per costruire il bello ed il positivo.
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