Palazzo Moroni
Villa d'Ogna | Punti di interesse
6 – ITA | ASCOLTA L’AUDIOGUIDA
6 – ENG | LISTEN TO THE AUDIOGUIDE
Le mura che circondano la residenza estiva dei conti Moroni sono interrotte dai due portali d’ingresso con archi a tutto sesto e portoni imponenti, protetti alla base dai robusti paracarri. È di particolare rilevanza l’edificio, oltre il torrente Ogna, originariamente appartenuto ai conti Moroni e frequentato dalla famiglia bergamasca per le vacanze estive. La grande villa e il parco furono costruiti nel XVII secolo dai nobili bergamaschi Moroni. Principalmente vissuta come residenza di villeggiatura, ma strategica
per i numerosi interessi commerciali in Alta ValSeriana dei nobili bergamaschi. Diversi rimaneggiamenti architettonici hanno trasformato il complesso monumentale di cui rimane visibile però l’impostazione palatina. Attualmente l’edificio è di proprietà dell’Istituto don Luigi Palazzolo delle Suore Poverelle e dal 1920 Palazzo Moroni è sede di un convento monastico.
Su prenotazione o provando a chiedere alle religiose, si può visitare il suo interno. Di notevole pregio è il cortile e l’atrio col porticato e la cappella. Si possono notare le antiche colonne che una volta ospitavano i cavalli dei conti e dei nobili ospiti. Si possono osservare ancora alcuni anelli infissi nelle strutture ai quali erano legati i cavalli a riposo. Bello è il notevole parco che circonda il palazzo, ancora tenuto in parte come giardino all’italiana. Nella parte a nord del giardino si può ammirare un’antica torretta di sorveglianza, che custodiva il passaggio della mulattiera delle merci provenienti dalle antiche vie commerciali verso Oltressenda Alta. All’uscita del palazzo potreste percorrere la mulattiera che vi porterà, in pochi minuti di cammino, verso la chiesa di San Lorenzo, permettendovi di camminare in un ambiente naturale affascinante. Oppure potreste visitare la chiesa successivamente con i vostri mezzi, una volta rientrati nella piazza comunale da dove siete partiti per la visita.
———————————
fotografie: © Lino Olmo – linoolmostudio.it
Condividi con #valseriana