Il torrente Ogna e l’antico borgo con il polo artigianale
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Usciti dalla Chiesa, sul lato sinistro della piazza, tra i due edifici storici potrete percorrere la via Cartiera, piccolo vicolo che vi condurrà fino al torrente Ogna, principale corso d’acqua del territorio comunale, e al fiume Serio.
Alla vostra sinistra potete ammirare il vecchio lavatoio posto sotto le strutture del ponte, dove venivano incanalate le acque del torrente, e i resti dell’antica segheria, ora edificio privato. Saliti sul ponte, alla vostra sinistra farete caso a quel che resta delle antiche cartiere e dello storico polo artigianale produttivo. Sul lato destro invece, si possono osservare i resti delle strutture che sostenevano la ruota idraulica che ne alimentava
la produzione. La forza motrice dell’acqua dello stesso torrente permise la creazione di alcune cartiere, la cui carta prodotta era ritenuta di ottima qualità.
Celestino Colleoni, nell’Historia quadripartita di Bergomo del 1617 scriveva “…seguitando la primiera strada, oltre ‘l Serio a man dritta si scorge Villa di Val Seriana Superiore detta hoggidi Villa d’Ogna, dove pur si fanno chiodi da cavalo e si fabrica carta d’Ogne sorte da stampare, picciola e grande, la più bella, e buona, ch’altronde si trovi; perché questa supera la Bresciana, e quella di Salò, di Fabriano, e di Leone ancora”.
Era un tipo di carta molto ricercata, più solida e resistente delle carte comuni perchè ottenuta dall’alto contenuto di calcare delle acque. Nel 1776 le cartiere in bergamasca erano 10, di cui tre si trovavano a Villa d’Ogna (due nella frazione di Ogna, l’altra a Villa d’Ogna). Nel 1857, in occasione dell’Esposizione provinciale di Bergamo, la cartiera Legrenzi di Ogna presenta ben 87 tipi di carta diversi. Nel 1861 una grande alluvione provocò una frana sull’Alpe Rigada, nell’attuale territorio di Oltressenda Alta,
causando gravi danni alle abitazioni circostanti e alle stesse cartiere presenti in prossimità del torrente Ogna. L’industria cartiera a Villa d’Ogna iniziò ad avere segni di cedimento verso la fine del XIX secolo che rese i processi manuali di produzione ormai obsoleti.
Una volta attraversato il ponte, potrete procedere nel primo vicolo a sinistra e inoltravi nell’antico borgo che ancora conserva pregevoli edifici, lungo le vie dove c’erano magli e officine per la produzione di chiodi. L’area è famosa anche perché qui si fabbricavano i chiodi per ferrare i cavalli, fiorente attività artigianale tipica di Villa d’Ogna. Dalla metà del ‘600 fino a tutto il ‘700 fiorì l’arte della fabbricazione di balconi, logge e parapetti sia in legno sia in ferro. A Ogna forgiò opere pregevoli anche lo Zanoletti.
Il materiale ferroso cavato dalle miniere e fuso con carbone di legna nei vecchi forni fusori, forgiato a massello passava ai magli azionati dalle cascate d’acqua, per prendere più tardi la forma di cancelli, inferriate e parapetti attraverso l’officina del fabbro artigiano.
Al termine raggiungete di nuovo la strada principale, attraversate
e scoprite l’interessante Palazzo Moroni.
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fotografie: © Lino Olmo – linoolmostudio.it
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